La liturgia della Santa Messa.
Definizioni.
In questo paragrafo tentiamo di esporre preliminarmente lo schema della presentazione che si articolera’ in modo armonioso e progressivo, allo scopo di conoscere gli elementi, che vengono espressi nelle varie parti della della Santa Messa.
Innanzi tutto e’ doveroso dare alcune brevi definizioni sulla Santa Messa e sull’Eucarestia.
La Messa e’ un insieme di riti, di preghiere, di sequenze testuali e non, che ruotano attorno alla celebrazione dell’Eucarestia, che e’ lo scopo principale o meglio il culmine della Celebrazione.
Un’altra definizione e’ descritta come “la Celebrazione del Corpo ed il sangue di Cristo, che sotto le specie del pane e del vino, viene offerta dal sacerdote e dai fedeli al Padre Celeste, in segno di ringraziamento per le Sue magnifiche opere del creato e di purificazione sacramentale dal peccato e quindi e’ anche la Celebrazione del sacrificio di Gesu’, che muore sulla Croce per noi.
L’Eucarestia e’ il sacramento dei sacramenti, nel quale, le specie del pane e del vino, vengono trasformate nel Corpo e Sangue di Cristo, per la purificazione e redenzione delle anime.
Da queste frasi, pur non entrando troppo in dettagli teologici, si evince che dire Messa ed Eucarestia e’ la stessa cosa, quindi la Santa Messa e l’Eucarestia s’identifichino, sebbene apparentemente abbiano definizioni del catechismo distinte.
Parti della Messa.
La Messa e’ costituita da varie parti: le preghiere, i canti, le acclamazioni, le litanie, le processioni, gli atteggiamenti gestuali e corporali dei partecipanti, i testi e anche gli elementi di arredo della Chiesa.
Essa e’ costituita essenzialmente da cinque parti:
Rito d’Ingresso
Liturgia della Parola
Rito dell’Offerta od Offertorio
Liturgia eucaristica
Rito di Comunione
Dall’elenco si vede che essa e’ costituita da due “Liturgie” e tre “Riti”. La Liturgia e’ una parte dove si usano e si mettono in evidenza i contenuti di testi sacri, mentre il Rito e’ un momento dove sono messi in evidenza i caratteri gestuali, processionali e di movimento del corpo.
Una differenza da mettere in evidenza e’ quella tra Rito e Celebrazione; il Rito, infatti, e’ il progetto di dello svolgimento di una parte della Messa, mentre la Celebrazione e’ la modalita’ con cui viene eseguito il Rito stesso. Per esempio, per rendere l’idea, un Rito puo’ essere celebrato in modi diversi, che possono dipendere dall’idea del celebrante.
Infine bisogna puntualizzare che nei i tre riti (ingresso, offertorio, comunione) sono inseriti in maniera congruente dei canti, delle litanie (Kyrie, Ascoltaci o’ Signore e Agnus Dei) e delle preghiere, che li identificano.
Il Rito d’ingresso.
Descrizione.
Idealmente l’ingresso alla celebrazione delle Messa inizia al suono delle campane che invitano le persone ad uscire dalle case o a spostarsi dal punto in cui si trovano, per andare a celebrare la funzione.
Una volta che l’assemblea si e’ sistemata tra i banchi della chiesa inizia la celebrazione con:
la processione dei celebranti (sacerdoti, diaconi, accoliti) dall’entrata principale verso l’altare
il canto d’ingresso, che introduce con le sue caratteristiche la particolare domenica di un tempo preciso dell’anno liturgico
l’arrivo del celebrante principale all’altare, dove egli s’inchina baciandolo
il segno della croce ed il saluto all’assemblea
una piccola monizione nel ricordare le caratteristiche della festivita’ che si sta celebrando
l’atto penitenziale, che e’ costituito da:
un breve invito del sacerdote nel riconoscere i propri peccati
dal “Confesso” o dal Kyrie o altre formule brevi e lunghe equivalenti
dall’assoluzione, mediante una breve fermula sacerdotale
e dal Kyrie, se non e’ recitato prima
la recitazione o il canto dell’Inno del Gloria
la colletta o preghiera sacerdotale del Rito d’’Ingresso, che varia a seconda del giorno liturgico, con la funzione d’introdurre La liturgia della Parola
Fondamenti spirituali e teologici
La processione e’ un momento che ricorda l’ingresso di Gesu’ a Gerusalemme, mentre il canto d’ingresso ha quattro significati: a) introduce alla Messa, b) unisce spiritualmente i presenti in un “cuore solo”, c) da’ l’idea del tempo o del Mistero liturgico, d) accompagna il sacerdote all’altare.
Il saluto del sacerdote “Il Signore sia con Voi” e’ un modo di entrare in comunicazione del celebrante con l’assemblea: la Messa e’ fatta da tutti insieme e non ci deve essere distacco tra celebrante ed astanti e nello stesso tempo il celebrante ricorda ai presenti che gia’ c’e’ la presenza di Cristo tra di loro, in quanto si e’ appena creata un’unione di fedeli orante.
La risposta dell’assemblea “e con il tuo Spirito”, ricorda al sacerdote che in lui abita lo stesso Spirito che e’ sceso su lui stesso durante il Sacramento della sua Ordinazione.
Il riconoscimento dei propri peccati e’ doveroso, in quanto si deve arrivare al momento del Sacramento dell’Eucarestia ed al ringraziamento a Dio purificati (vedi Mt 5,24, “..lascia lì il tuo dono davanti all`altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono…”).
Con il Gloria si eleva la lode e si glorifica Dio: all’unisono sacerdote, l’assemblea e dal Cielo i Santi e la Gerusalemme Celeste all’unisono celebrano e glorificano la grandezza del Signore.
La colletta non e’ solo una semplice preghiera detta dal sacerdote, per portare l’assemblea in sintonia con la Parola che verra’ letta e proclamata ma e’ soprattutto una raccolta in unita’ dei sentimenti e dei desideri di tutti quelli che compongono l’asseblea liturgica., con la presenza dello Spirito che prega nel Corpo Mistico di Cristo, che e’ la Chiesa.
Liturgia della Parola.
Descrizione.
La liturgia della Parola e’ costituita dalle seguenti: parti:
Lettura dei brani della prima e seconda (nelle festivita’) lettura con il Salmo Responsoriale
Intonazione dell’Alleluja
Lettura da parte del Sacerdote o di un diacono del Vangelo
Omelia
Professione di Fede o “Credo”
Fondamenti spirituali e teologici.
L’ascolto delle letture e del Vangelo sono la parola di Dio, dove il Padre ci parla attraverso chi legge.
Soprattutto la lettura del Vangelo e’ Parola di Dio e la figura del sacerdote che legge rivela la presenza di Cristo.
La lettura del Vangelo deve essere fatta da un diacono o da un sacerdote ed il modo di leggere e gli atteggiamenti devono essere consoni: non deve essere una lettura piatta, ma deve “vibrare”, al fine di risuonare con i cuori dei presenti.
La cosa importante e’ che ci deve essere qualcuno vicino a noi, che con la sua presenza non ci consenta di distrarci o pensare ad altro ed infatti il fratello dell’asseblea ci deve aiutare anche in questo.
L’ascolto dell’Omelia e’ importante, perche’ non e’ solo spiegazione di quanto letto nel Vangelo e nelle altre letture, ma e’ anche mezzo di conversione, in quanto le parole del sacerdote mirano ad entrare nei cuori di chi ascolta.
La professione di Fede o Credo e’ un punto centrale per la persona del cristiano, in quanto tutte le fasi della Messa assumono un significato vero e reale, perche’ egli dichiara di credere in tutte le implicazioni che riguardano i Misteri della Fede e Pasquale.
Se crede, per esempio nella Resurrezione, il partecipante all’assemblea, nel momento dell’anamnesi della Preghiera Eucaristica vedra’ e sentira’ nel suo cuore l’attualizzazione dell’evento della Resurrezione; quando dichiarera’ che crede nella Chiesa, vuol dire che egli sara’ veramente convinto di fare parte del corpo itinerante che porta a Cristo nel suo significato piu’ escatologico; e cosi’ via.
Riti di offertorio.
Descrizione.
Nell’offertorio, come premessa iniziale, al contrario di quanto molti possano credere, e’ compresa anche la Preghiera Universale, e cio’ deriva da un fatto storico e tradizionale; infatti, subito dopo l’Omelia, i Catecumeni venivano congedati ed quindi esclusi dalla Preghiera Universale.
L’Offertorio comprende le seguenti parti:
la Preghiera Universale
Il canto dell’offerta
La processione dell’offerta del pane, del vino, dell’acqua ed altre offerte per i poveri, compresa la questua
La preghiera di offerta
Fondamenti spirituali e teologici.
Nella preghiera universale e’ tutta l’assemblea che prega, assieme al sacerdote. In questa “koinonia”, dove si prega gli uni per gli altri, sono destinatari della preghiera i membri a capo della chiesa e i suoi celebranti, i governanti, la comunita’ ecclesiale ed i poveri, i deboli ed i bisognosi.
Nerll’offertorio si fa l’offerta di cose realizzate ed appartenenti all’uomo, con la santa speranza di essere gradite e santificate dal Padre, soprattutto mediante la trasformazione di pane nel Corpo ed il vino nel Sangue del Signore.
In realta’, tutte le cose che vengono offerte appartengono all’origine sempre a Dio e da Dio ritornano all’uomo santificate.
Liturgia Eucaristica.
Descrizione.
Costituisce il culmine della Messa ed e’ il tempo ed il luogo del Sacrificio e la presenza salvifica di Cristo.
La liturgia Eucaristica e’ basata principalmente sulla Preghiera eucaristica.
Essa e’ composta da:
Il rendimento di grazie
l’acclamazione
l’epiclesi
la consacrazione o racconto
l’anamnesi
l’offerta
le intercessioni
la dossologia
Fondamenti spirituali e teologici.
Non e’ facile metetre a fuoco in poche parole la teologia del’Eucarestia, in quanto l’argomento per la sua grandissima importanza richiederebbe ben oltre che fiumi di parole; ciononostante tutto si cerchera’ di dare una sintesi abbastanza esauriente.
Il rendimento di grazie e’ semplicemente una preghiera in cui si ringrazia Dio Padre per tutte le meraviglie che ha creato e per tutto l’operato che ha portato l’uomo a salvarsi, specialmente con la celebrazione della Messa. Questa fase, detta anche prefazio, possiede il “colore” del tempo liturgico, come il canto d’ingresso e la colletta.
L’acclamazione e’ una lode magnificativa al Signore e si uniscono all’assemblea orante, anche gli Angeli, i Santi, e tutta la Gerusalemme terrestre; in questo momento la maestosa trascendenza di Dio si fonde con la sua “dolce” vicinanza.
L’epiclesi e’ una preghiera consacratoria in cui s’invoca la discesa dello Spirito Santo sul pane e sul vino, affinche li trasformi in Corpo e Sangue di Cristo.
La consacrazione e’ uno dei due punti piu’ importanti della Messa (l’altro e’ l’anamnesi); in questo momento avviene tutto quello che il sacerdote descrive con le parole dell’Ultima Cena. Cristo e’ presente e sta Celebrando con noi il Suo sacrificio: il pane diventa il Suo Corpo ed il vino il Suo Sangue.
Nell’anamnesi c’e’ tutto il memoriale e la proclamazione della Morte, Resurrezione ed Ascensione; e’ qui che si compie tutta la Passione di Cristo, la quale viene annunciata con la proclamazione.
L’offerta e’ il momento, in cui il Corpo e Sangue di Cristo vengono offerti al Padre. Il pensiero puo’ subito correre alla Beata Vergine Maria, che offre Gesu’ da bambino al tempio, per poi riceverlo esamine ai piedi della Croce, offrendo definitivamente il suo consenso d’amore al disegno di salvezza. Quindi, anche la Chiesa, come Maria, Madre della Chiesa, assume in se’ in questa circostanza la capacita’ di donare questa gratuita’ al Padre Celeste.
Ma anche l’uomo come singolo, da questa esperienza deve cominciare ad imparare ad offrire se stesso, sia al Padre che ai suoi simili.
Le intercessioni sono le preghiere per i vivi e i morti; ma qui non e’ solo il sacerdote e l’assemblea presente che pregano, bensi’ tutto il corpo della Chiesa.
La dossologia, alla sommita’ di di tutto il crescendo della preghiera eucaristica si pone come termine, per lodare, osannare ad incensare la grandezza del padre Celeste.
Riti di comunione.
Descrizione.
I riti di comunione sono quelli che concludono la messa e si possono riassumere in:
recita della preghiera del Padre Nostro
scambio del segno di pace
frazione del pane
litania dell’Agnus Dei
processione, canto di comunione ed esercizio del sacramento eucaristico
preghiera di comunione
benedizione del celebrante all’assemblea
saluto del celebrante
Fondamenti spirituali e teologici.
Il Padre Nostro e’ la preghiera per eccellenza del cristiano rivolta al Padre e nel contesto della Messa ed e’ anche una preghiera di purificazione dai peccati: bisogna andare a ricevere la comunione con l’anima libera da ogni ombra e ben disposta. Esprimiamo i nostri dubbi, le nostre angosce, le nostre sofferenze e la nostra volonta’ di pentimento con queste poche parole:“Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.Questa preghiera risveglia in noi anche il senso di dipendenza filiale al Padre e rinsalda nei partecipanti all’assemblea il sacro vincolo della fraternita’.
La frase “Padre nostro che sei nei cieli” invoca Dio che sta in Cielo, ma il Cielo sono anche la nostra anima ed il nostro cuore, perche’ Dio e’ immanente in noi, oltre ad essere trascendente; “Sia santificato il tuo nome” e’ soprattutto una richiesta di far scendere su noi la Sua Santita’ ed il Suo Spirito; “Venga il tuo regno” e’ un accenno alla realta’ escatologica cristiana, ossia gli occhi del cristiano, in attesa, sono rivolti al giorno in cui tutto finira’ e si realizzera’ in pieno la Gerusalemme Celeste; “sia fatta la Tua Volonta, come in Cielo, cosi’ in terra’” e’ l’alto riconoscimento alla Sua Onnipotenza e della nostra umile consapovolezza di essere solo Suoi figli;
“dacci oggi il nostro pane quotidiano” si puo’ interpretare sia in senso materiale, per cui chiediamo di poter vivere ogni giorno, non essendo privati di tutte le minime necessita’ del corpo, sia in senso spirituale, dove invochiamo il continuo nutrimento spirituale, che ci fa operare in conformita’ alla sua Volonta’; ”non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal male” e’ richiesta di renderci forti ogni giorno dalle tentazioni del demonio, in modo da essere lontani da ogni influenza malefica.
Il Segno della pace e’ un momento di riconciliazione tra i fratelli; questo non e’ solo un gesto di “cameratismo”, bensi’ esso ha un profondo senso teologico; infatti, la pace viene portata dal sacerdote a un fedele e da questi viene diffusa, come una “luce nuova” che nasce e si propaga a tutti i fratelli. La pace non ci appartiene di diritto, ma ci viene donata, affinche’ la possiamo ridonare al nostro prossimo, senza escudere nessuno dal nstro cuore. Questo e’ un altro momento di purificazione, dove deve essere presente in noi soprattutto la volonta’ di superare le divisioni e le discordie.
Nella frazione del pane , il celebrante, spezzando il pane in piu’ parti, che pur rimanendo uno solo, ovvero lo stesso unico Corpo di Cristo, assicura il nutrimento spirituale ai fratelli del’assemblea, i quali formano nella loro apparente frammentarieta’ un solo corpo, il Corpo di Cristo.
Il sacerdote immerge anche una piccola parte di questo pane spezzato nel calice, che contiene il vino, per simboleggiare l’unita’ del Corpo e del Sangue di Cristo, ma anche l’unione col Vescovo ( in tempi passati, una piccola frazione del pane veniva consacrata dal Vescovo stesso).
L’Agnus Dei costituisce anch’esso una forma di atto penitenziale, che forse e’ ridondante, in quanto c’e’ gia’ il Kyrie ed il Padre Nostro, per assolvere a questa esigenza spirituale.
Prima di distribuire la comunione il celebrante dice: “Beati gl’invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio…” ed in questo contesto, anche se, come fedeli ci sentiamo indegni, non dobbiamo rifiutare l’invito del Signore, ma andare fiduciosi incontro a Lui. Ricordiamo la parabola del centurione pagano che diceva: “Mt 8,8, “Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”; Lc 7,6, “Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto”.
Il centurione si sentiva un uomo di armi, un pagano e un peccatore, anche se doveva fare il suo dovere, in quanto aveva un’autorita’ militare. E Gesu’ fu molto ammirato dall’atteggiamento di quest’uomo.
La distribuzione della Comunione si svolge, mediante una processione ed un canto adatto al momento liturgico.
Dopo una pausa di riflessione e la preghiera ducaristica, il sacerdote, dopo aver dato la benedizione, esorta a tutti di andare in pace; l’assemblea risponde, con sentimento di riconoscenza, “Rendiamo grazie a Dio”. Il momento e’ analogo a quello in cui si pronunciava nella Messa in latino “Ite, missa est”, ovvero l’assemblea va in pace, con l’invito e l’esortazione del celebrante a continuare a possedere lo spirito della Messa, nel ritorno verso le case e riprendendo le abitudini della vita quotidiana, perche’ Cristo deve essere presente nei cuori di ogni persona, in tutte le circostanze della vita.
(Fine)
Riferimenti.
Anna Maria Canopi – La Santa Messa. Commento spirituale al Rito. – Ed. Paoline – Figlie di S. Paolo, anno 2008.
Dispense del Corso di Liturgia per la Pastorale – Universita’ Lateranense – Anno 2008.
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