LA BIBBIA I
E' mia intenzione introdurre un viaggio nella Bibbia a puntate, soprattutto incentrato sul Vecchio Testamento e mettere in luce gli aspetti fondamentali, che emergono dall'evoluzione religiosa, storica e sociale del popolo ebraico, sin dai tempi della sua costituzione, come comunita' organizzata in tribu', appena dopo l'ingresso nella terra promessa,senza pero' trascurare gli antefatti di questa situazione, che partono dagli antichi patriarchi come Noe' ed Abramo, per proseguire con Giuseppe, Mose' e Giosue'.
In questo primo post sono riportate le ipotesi fondamentali su come e' stato fondato il primo nucleo fondamentale della Bibbia, chiamato Torah (legge) o per noi Pentateuco. Queste sono ipotesi che andavano benissimo sino a qualche anno fa ed hanno ancora un valore orientativo piuttosto affidabile, ma si stanno studiando in questi ultimi tempi nuove ipotesi.
Dopo faremo un escursus nomenclativo su tutti i libri della Bibbia dell'Antico Testamento e del Nuovo,ed in particolare e tratteremo le fonti, i canoni, i documenti, i materiali di scrittura, le varie traduzioni ed edizioni critche di questo immenso libro che racchiude fatti fondamentali della vita dell'uomo, in rapporto alla divinita'.
Buon viaggio nella Bibbia!
COME SI E’ FORMATA LA TORAH.
Prima di tutto introduciamo alcune notizie della Bibbia.
La Bibbia e’ il libro dei libri e tratta in maniera pedagogica il rapporto dell’uomo con Dio: e’ divisa in Antico e Nuovo Testamento, dove quest’ultimo termine e’ legato all’Alleanza (ebr. Berit), che Dio ha fatto con l’uomo nella storia.
Focalizziamoci sull’Antico Testamento. In antichita’ la Bibbia era definita in greco come:
ή γράφή oppure Тά Βίβλίά ossia “Il libro o i libri”.
La Bibbia Ebraica, che e’ l’oggetto di questo scritto era detta:
Miqra’ (libro pubblico)
Sifré ha qaddash (libro di santita’)
Tanak (forma vocalizzata delle iniziali dei libri principali, la Torah, Neviim e Ketuvim).
Torah significa insegnamento o legge, Neviim e’ la forma plurale di “Navi”, quindi i profeti, Ketuvim e’ il participio passato maschile plurale del verbo scrivere “Katab” e quindi gli scritti o gli altri scritti.
Il Tanak contiene 39 libri.
Noi ora lasciamo da parte il Neviim ed il Ketuvim, per parlare della Torah e soprattutto come si e’ formata.
Il punto centrale degli scritti biblici, per gli Ebrei era costituito dall’epopea dell’Esodo, in cui erano stati individuati, come il popolo o famiglia di Dio, nel progetto Shalom, che e’ il progetto salvifico.
Quindi la Torah, a parte la Genesi con i Patriarchi e gli uomini guida e’ incentrata sull’Esodo, come fatto retroattivo storico, sia per spiegare i comportamenti del presente, in base alle esperienze del passato, sia per trovare soluzioni religiose, sociali ed etiche per lo stesso presente (per chiarire, la lettura dell’Esodo poteva fare capire alla societa’ ebraica, il perche’ dell’esilio in Babilonia.
Quindi la Torah e’ conseguenza di tanti rimaneggiamenti, dovuti alle varie tradizioni religiose e sociali, che sono intercorse sin dai tempi della Monarchia e forse anche prima fino al dopo esilio (400 a.C., Esdra).
E non si esclude, che a parte la Genesi, scritta in periodo Babilonese, che Mose’, aiutato anche da Giosue’ abbia scritto i codici legislativi dell’alleanza,
tramandati con la tradizione orale e scritta.
Al giorno d’oggi vi sono quattro ipotesi sull’origine della composizione della Torah:
- ipotesi dei documenti, dove sembra, come detto, che Mose’ abbia scritto dei testi, denominati A e B.
- ipotesi dei frammenti, dove tanti scritti non omogenei siano stati riuniti, facendo cosi’ parte di un contesto piu’ omogeneo.
- Ipotesi dei complementi, dove gli scritti sono stati iniziati ai tempi della monarchia e/o dei Giudici.
- Ipotesi documentaria, che ipotizza che diverse tradizioni letterarie, filosofiche, sociali e religiose abbiano contribuito alla stesura di varie edizioni dei testi.
L’ipotesi piu’ accredita da varie fonti e’ l’ultima, che si basa su tre modelli:
· Wellhausen (1844 – 1918)
· Heidelberg
· Autore unico
Ipotesi di Wellhausen.
Si parla di una tradizione mista orale e scritta, sin dai tempi dell’Esodo, seguita da una fase certamente scritta, dovuta alle tradizioni Jahvista (J), Eloista (E), Jehovista (JE), Sacerdotale (P) e Deuteronomica (D).
Tradizione Jahvista.
E’ la tradizione di coloro che attribuiscono a Dio l’identita’ di Jahve’.
E’ composta da scribi della corte di Salomone (950 a.C.) e celebrano JHWH, come Dio nazionale che libera e salva e anche la monarchia nazionale, come salda, pur contestandone l’assolutezza.
J e’ considerata come raccoglitore di tradizioni, narratore, poeta, filosofo e maestro religioso.
Tradizione Elohista.
E’ quella di coloro che chiamavano Dio con l’attributo di Elohim (850 – 750 a.C.). Essa e’ legata a personaggi importanti, come Eliseo, Elia, Amos ed Osea.
E contesta la monarchia e la religione, prostituitesi al potere, alla corruzione al vassallaggio delle potenze straniere (vedi Assiri) e all’apostasia dei culti Cananei.
E vuole fermamente un ritorno al vero culto di Dio.
Tradizione mista Jehovista.
Dopo la caduta del regno del nord, per l’invasione assira, alcuni leviti si portano verso Sud, portando con se’ scritti Elohisti. Si ipotizza la fusione con gli Jahvisti in un periodo che parte da Ezechia fino Giosia, fautori di riforme politico-religioso.
Con queste tradizioni, si cominciano a riscrivere i testi di Mose’ ed il codice deuteronomico (Ezechia); anzi ai tempi di Giosia, il sacerdote Chelchia, ritrova dei rotoli del libro della Legge e dell’Alleanza, che sono utilizzati dal re per le riforme.
Si deve dire che le nuove edizioni riflettono il contesto di una societa’ mutata, rispetto ai tempi di Mose’: non si e’ piu’ in presenza di una societa’ nomade, bensi’ urbana e agricola.
Tradizione Deuteronomica.
In particolare gli scritti di Mose’ rimaneggiati sino al tempo di Giosia, vengono rielaborati in due periodi successivi (ante-esilio ed esilio e /o post) dalla nuova tradizione Deuteronomica, adattandoli alle esigenze di quei tempi e gli scritti vengono visti in funzione retrospettiva e di eziologia metastorica (ossia ricercare le cause di fenomeni sociali del tempo dell’esilio, anche all’origine dei tempi del popolo ebraico o mesopotamico).
Tradizione Sacerdotale.
Ai tempi dell’esilio di Babilonia, a fini di recuperare una dimensione d’identita’ nazionale e religiosa, la classe sacerdotale o P rielabora gli scritti precedenti, immettendo o rimarcando aspetti religiosi, come i sacrifici, il culto, le feste e le varie purificazioni.
Questo sta a significare che il Deuteronomio arrivato a noi, risente anche del contributo di questa tradizione (libro dei leviti).
Tutti questi libri sono riuniti nella Torah o Pentateutico, insieme poi ai Profeti e agli altri libri da Esdra, circa verso il 400 a.C.
Ipotesi Heidelberg (universita’ biblica).
La tradizione scritta parte da un documenti di J, cui vengono aggiunti alcuni di quella E od Elohista ( Ezechia).
La revisione essenziale e’ attribuibile alla scuola D, che, si dice, di aver sottratto molti elementi appartenenti a J ed E.
Infine c’e’ anche il contributo della tradizione sacerdotale.
Il tutto sembra stato riunito come nell’ipotesi precedente da Esdra.
Ipotesi di autore unico (post-esilio).
Un americano, Whybray, utilizzando il metodo narrativo e sincronico, ha cercato di dimostrare che tutta la Torah o Pentateuco e’ stata oggetto di stesura di un unico autore, vissuto subito dopo l’esilio babilonese, disponendo di materiale scritto, che non corrispondeva pero’ agli scritti classici.
BIBBIA II
SUPPORTI DI SCRITTURA DELLA BIBBIA
Prima d'intraprendere un discorso che riguarda la nomenclatura dei libri biblici, i canoni e le traduzioni, cominciamo a dare uno sguardo ai supporti di vario genere dove sono stati impressi i contenuti degli autori.
Pietra, argilla e terracotta.
Magnifica tavoletta d'argilla babilonese sul profeta Geremia.
Se andiamo a vedere quello che dice la Torah, nei suoi cinque libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio), si puo' dire, che eccetto la Genesi ed il racconto delle vicende dei primo patriarchi, questi raccontano l'esperienza di Mose' e del popolo ebraico (Esodo, Levitico,Numeri e gran parte del Deuteronomio).
Quindi e' naturale che questi racconti vengano trasmessi da una tradizione orale e/o scritta.
Le prime tracce di scritti dell'epopea di Mose' gia' si trovano sotto forma di celebrazioni della monarchia, che veniva ribadita, alla luce della transmigrazione degli ebrei dall'Egitto alla terra di Canaan.
Molte volte accadeva, che questi racconti venivano scritti su blocchi di pietra, tavole d'argilla e su manufatti di terracotta. Le testimonianze archeologiche di cio' sono abbastanza evidenti.
Il papiro.
Il papiro era (e') una pianta che si prestava bene a costruire supporti di scrittura.
I gambi di questa pianta venivano sezionati e messi insieme uno accanto all'altro, in modo da formare uno strato; questo strato veniva intrecciato ortogonalmente da un altro strato formato da altri gambi di papiro paralleli. Il tutto poi, veniva pressato ed incollato e di aveva il foglio di papiro, che assumeva una colorazione grigiastra ( non ci facciamo fuorviare dai papiri ritrovati che tendono al giallo o al color ocra, perche' il cambio di colore e' dovuto all'invecchiamento nel tempo).
Si aveva cosi' un foglio che aveva da una parte una direzione verticale delle fibre e dall'altra orizzontale.
Ma non e' finita: i vari fogli di papiro crati venivano incollati l'uno accanto all'altro, in modo da formare un rotolo (ecco perche' la torah nelle sinagoghe la troviamo a rotolo).
I rotoli erano lunghi fino a 10 metri e la scrittura era per colonne, nel senso perpendicolare alla direzione di svolgimento del rotolo e essa seguiva naturalmente le fibre orizzontali.
Il rotolo durante la lettura veniva svolto e tenuto da un bastoncino il capitolum , che veniva tenuto per mano.
C'era un altro strumento che veniva usato nella lettura dei rotolo: lo yad in ebraico, mano), che era una specie di manina con un braccetto in legno, che serviva ad indicare sul papiro cio' che veniva correntemente letto, tipo un segnapunto, poiche' un uomo non doveva venire a contatto ne' con le dita, ne' con altra parte del corpo, con la scrittura, che era Parola di Dio, che e' trascendente, sottolineandosi cosi' il distacco dall'infinita' della divinita' e la finitezza dell'uomo.
Il papiro e' usato dall'VIII - VII sec. a.C. fino al II sec. d.C. in maggioranza e poi passa in minoranza e vi si scrive sopra solo la Torah.
La lingua preponderante sui rotoli e' l'ebraico.
Quindi, dopo un po' di tempo, ci si accorge che il rotolo di papiro e' abbastanza scomodo e subito dopo il secondo secolo avanti Cristo, nasce un nuovo supporto che e' abbastanza piu' comodo: il Codice: e' fatto sempre in papiro, ma consiste quasi sempre in un foglio ripiegato in due, in modo da formare quattro pagine. Piu' codici elementari venivano messi assieme e quindi rilegati fino a formare veri e propri libri.
Quasi tutti gli scritti del primo secolo, Vangeli, gli Atti, le Lettere e l'Apocalisse sono scritti su Codici rilegati ed in ligua greca.
Pergamena.
L'uso della pergamena e' dovuto alla scarsita' di materiale papiraceo, soprattutto in Asia Minore e nella regione di Pergamo, in quanto gli egiziani, produttori del papiro, rifiutarono per motivi politici di esportare la stessa pianta du papiro.
Si adotta quindi la soluzione di scrivere supelli di animali (ovini soprattutto) spianate, messe a bagno in in un ambiente di calce e poi spazzolate fortemente in modo da eliminare le ultime parti grasse.
Ed alla fine si otteneva la pergamena per scrivere.
La pergamena aveva dei vantaggi: era resistente, potevaessere scritta su entrambi i lati, poteva essere raschiata per scriverci di nuovo sopra. Ma gli svantaggi erano soprattutto economici: costava molto e occorreva uccidere una grande mandria di ovini per ottenere qualche decina di fogli per scrivere. Infine altri svantaggi erano che era molto riflettente alla luce e quindi si leggeva in maniera disturbata e il materiale tendeva a raggrinzirsi e diventare rugoso ai lati.
Le pergamene sono usate subito dopo il primo secolo dopo Cristo e di solito ci troviamo testi greci del nuovo testamento
Inchiostri.
Venivano usate miscele di nerofumo con acqua e e miscele di gommalacca con solfuri ferrosi.
I metodi di scrittura dei testi ebraici.
- Le caratteristiche degli scritti biblici ebraici
- presentano una scrittura continua senza spazi tra le parole (per risparmiare il supporto)
- sono allineati orizzontalmente sulla parte alta delle lettere.
I tipi dei caratteri ebraici erano
-a scrittura quadrata, con le lettere iscrivibili in un quadrati
-a scrittura corsiva di misura piu' piccola.
La tendenza era che col tempo la scrittura corsiva veniva preferita, per il risparmio del supporto.
Come si presentavano le "pagine" dei rotoli.
La scrittura dei testi era accompagnata dai:
-Masora parva, Masora magna e Masora finalis, che erano delle annotazioni fatte sopra, sotto ed a lato del testo, e che davano informazioni sui termini rari e su le loro ricorrenze nel testo.
Scrittura dei manoscritti greci.
I caratteri della scrittura greca erano classificati come:
-Maiuscola onciale, con caratteri abbastanza grossi e di effetto estetico
-Minuscola corsiva.
Scrittura latina.
Dato che, come vedremo la Bibbia e' stata tradotta con la Vulgata, anche in latino, si presentano nei relativi cinque tipi di caratteri:
-Capitale romana, usata per iscrizioni su pietra ed atti ufficiali
-Onciale, creata per libri e scritti di lusso
-Semi-onciale, di tipo minuscolo
-Corsiva, caratteristica delle note che accompagnano i manoscritti.
-Minuscola merovingia,un tipo scrittura deformata.
Con la riforma di Carlo Magno compaiono:
-la carolina capitale, molto regolare
-la carolina minuscola, dalla forma tondeggiante.
Cosa ci rimane dei manoscritti.
Ovviamente non abbiamo gli originali degli scritti, ormai perduti nel tempo, sia perche' sono andati distrutti e perduti sia che si sono degradati.
Un altro motivo e' che dopo l'VIII sec. d.C. l'ebraico fu modificato da filologi ebrei, detti masoreti.
Infatti l'ebraico, per ridurre i caratteri alfabetici, proveniendo da una lingua di tipo sumerico, parente alla lingua ugaritica, fatta di simboli sillabici, assume di ridurre il tutto a caratteri consonantici.In questo modo, per esempio le sillabe "ba, be, bi, bo, bu" divennero solo la lettera beth o b. Quindi l'alfabeto, di estrazione fenicia non risultava piu' di 88 caratteri, bensi', di solo 22.
Per questo si puo' immaginare nel corso dei secoli le difficolta' di lettura dei traduttori della Bibbia (vedremo piu' avanti le traduzioni),ed allora questi studiosi filologicii aggiunsero dei segni al vecchio ebraico per poter leggere e distinguere finalmente le parole complete ed in chiaro significato, mediante uso di vocali.
A causa di queste modifiche i testi ebraici piu' vecchi furono distrutti o resi inutili.
Quindi non ci rimangono tante fonti dirette.
Fortunatamente dal 1947 abbiamo ottenuto con la scoperta di Qumram molti rotoli in ebraico, che riportano quasi per intero l'antico testamento, aumentando cosi' le testimonianze dirette. La cosa positiva e' che i testi, chiamiamoli premasoretici di Qumran, coincidono perfettamete con i testi masoretici dell'VIII secolo d.C. in poi. Nei testi di Qumram, le frasi sono divise da segni di interpunzione.
Questo vuol dire che le copiature nel tempo non sono state fatte con grossi errori.
Per chiarire meglio quello che verra', vorrei sottolineare che l'Antico Testamento e' stato anche tradotto nel I sec. a. C. in Alessandria di Egitto, in grecokoine', con la famosa versione dei Septuagintaa o Settanta e che il Nuovo Testamento e' stato canonizzato anch'esso in greco: questa e' un'informazione importante da considerare, per non confondersi. In piu' ci saranno tante traduzioni della Bibbia da parte di svariati mondi cristiani, scaturiti sia dall'inculturazione che dagli scismi.
Al di fuori delle scoperte di Qumram rimangono i manoscritti ebraici, che si elencano, come:
- i manoscritti premasoretici,
che sono identificati dall papiro di Nash, ritrovato in Egitto nel 150 d.C., che contiene il Deuteronomio, il Pentateuco Samaritano e l'Esapla di Origene, di cui parleremo.
- i manoscritti masoretici,
che sono il manoscritto C del Cairo, che contiene i profeti (895 d.C.),
manoscritto A di Aleppo, che contiene i profeti ed i Salmi (930 d.C.),
il manoscritto L di San Pietroburgo del 1095, che contiene tutto l'Antico Testamento Ebraico.
Poi ci sono i papiri greci, a forma di codici:
- papiro di Rylands,
che risale al 125 d.C. e tratta il Vangelo di Giovanni probabilmente scritto in Asia ed e' custodito a Manchester (Inghilterra).
-papiro di Chester,
risalente al 100-150 d.C, contiene il Vangelo di Giovanni dal Cap. 1 al 14 ed in frammenti i capitoli successivi. E' conservato in parte in Svizzera ed in parte a Colonia (Germania).
-papiro di Chester Beatty II
consevato all'universita' del Michigan (USA), databile attorno al 200 d.C e contiene lettere di Paolo e la lettera agli Ebrei.
-papiro di Chester Beatty I
conservato a Vienna, del 200-250 d.C. costituito dai i Vangeli e gli Atti.
Infine ci sono le pergamene in greco, che sono:
-Codice Sinaitico,
che contiene Antico e Nuovo Testamento, presenta scrittura continua onciale e non ci sono gli spiriti ed accenti.della lingua greca.
- Codice Alessandrino,
che contiene l' Antico e Nuovo Testamento, copiato probabilmente da cinque copisti.
E' a scrittura continua onciale e non ci sono spiriti ed accenti.
- Codice Vaticano.
contiene l' Antico e Nuovo Testamento, a scrittura continua,omciale e sono stati aggiunti posteriormente spiriti ed accenti.
-Codice Cantabrigense,
contiene i Vangeli e gli Atti, ha la scriptio continua onciale , ma manca di spiriti ed accenti.
Per quanto riguarda i testi in greco, via via sono stati sostituiti con quelli a caratteriri corsivi minuscoli e per questo molti manoscritti piu' antichi sono stati eliminati e/o perduti.
Il canone nel Nuovo Testamento.
Il Nuovo Testamento in tutte le canonizzazioni e' costituito da 27 libri. I motivi, per cui e' stato canonizzato sono i seguenti:
- sono stati scelti i libri, che direttamente portano l'esperienza degli Apostoli o quelli
che seguono per Tradizione
- sono stati presi i libri che si leggevano nella Liturgia delle prime comunita' cristiane.
Questi due motivi davano fondatezza e fedelta' agli avvenimenti della predicazione e passione di Gesu' Cristo.
Si riportano di seguito i canoni completi di Antico e Nuovo Testamento delle principali chiese cristiane.
Prima vengono presentati, chiesa per chiesa i canoni dell'AT ed in fondo c'e' il canone comune dell'NT.
Il Canone delle Chiese cristiane.
Bibbia Hebraica Stuttgardensis
Il papiro.
Il papiro era (e') una pianta che si prestava bene a costruire supporti di scrittura.
I gambi di questa pianta venivano sezionati e messi insieme uno accanto all'altro, in modo da formare uno strato; questo strato veniva intrecciato ortogonalmente da un altro strato formato da altri gambi di papiro paralleli. Il tutto poi, veniva pressato ed incollato e di aveva il foglio di papiro, che assumeva una colorazione grigiastra ( non ci facciamo fuorviare dai papiri ritrovati che tendono al giallo o al color ocra, perche' il cambio di colore e' dovuto all'invecchiamento nel tempo).
Si aveva cosi' un foglio che aveva da una parte una direzione verticale delle fibre e dall'altra orizzontale.
Ma non e' finita: i vari fogli di papiro crati venivano incollati l'uno accanto all'altro, in modo da formare un rotolo (ecco perche' la torah nelle sinagoghe la troviamo a rotolo).
I rotoli erano lunghi fino a 10 metri e la scrittura era per colonne, nel senso perpendicolare alla direzione di svolgimento del rotolo e essa seguiva naturalmente le fibre orizzontali.
Il rotolo durante la lettura veniva svolto e tenuto da un bastoncino il capitolum , che veniva tenuto per mano.
C'era un altro strumento che veniva usato nella lettura dei rotolo: lo yad in ebraico, mano), che era una specie di manina con un braccetto in legno, che serviva ad indicare sul papiro cio' che veniva correntemente letto, tipo un segnapunto, poiche' un uomo non doveva venire a contatto ne' con le dita, ne' con altra parte del corpo, con la scrittura, che era Parola di Dio, che e' trascendente, sottolineandosi cosi' il distacco dall'infinita' della divinita' e la finitezza dell'uomo.
Il papiro e' usato dall'VIII - VII sec. a.C. fino al II sec. d.C. in maggioranza e poi passa in minoranza e vi si scrive sopra solo la Torah.
La lingua preponderante sui rotoli e' l'ebraico.
Quindi, dopo un po' di tempo, ci si accorge che il rotolo di papiro e' abbastanza scomodo e subito dopo il secondo secolo avanti Cristo, nasce un nuovo supporto che e' abbastanza piu' comodo: il Codice: e' fatto sempre in papiro, ma consiste quasi sempre in un foglio ripiegato in due, in modo da formare quattro pagine. Piu' codici elementari venivano messi assieme e quindi rilegati fino a formare veri e propri libri.
Quasi tutti gli scritti del primo secolo, Vangeli, gli Atti, le Lettere e l'Apocalisse sono scritti su Codici rilegati ed in ligua greca.
Rotolo di papiro.assemblato, con fogli incollati uno accanto all'altro.
Scrittura in colonne sul papiro.
L'uso della pergamena e' dovuto alla scarsita' di materiale papiraceo, soprattutto in Asia Minore e nella regione di Pergamo, in quanto gli egiziani, produttori del papiro, rifiutarono per motivi politici di esportare la stessa pianta du papiro.
Si adotta quindi la soluzione di scrivere supelli di animali (ovini soprattutto) spianate, messe a bagno in in un ambiente di calce e poi spazzolate fortemente in modo da eliminare le ultime parti grasse.
Ed alla fine si otteneva la pergamena per scrivere.
Codice Sinaiticus in pergamena scritto in greco onciale continuo. disposto a colonne.
La pergamena aveva dei vantaggi: era resistente, potevaessere scritta su entrambi i lati, poteva essere raschiata per scriverci di nuovo sopra. Ma gli svantaggi erano soprattutto economici: costava molto e occorreva uccidere una grande mandria di ovini per ottenere qualche decina di fogli per scrivere. Infine altri svantaggi erano che era molto riflettente alla luce e quindi si leggeva in maniera disturbata e il materiale tendeva a raggrinzirsi e diventare rugoso ai lati.
Le pergamene sono usate subito dopo il primo secolo dopo Cristo e di solito ci troviamo testi greci del nuovo testamento
Inchiostri.
Venivano usate miscele di nerofumo con acqua e e miscele di gommalacca con solfuri ferrosi.
I metodi di scrittura dei testi ebraici.
- Le caratteristiche degli scritti biblici ebraici
- presentano una scrittura continua senza spazi tra le parole (per risparmiare il supporto)
- sono allineati orizzontalmente sulla parte alta delle lettere.
I tipi dei caratteri ebraici erano
-a scrittura quadrata, con le lettere iscrivibili in un quadrati
-a scrittura corsiva di misura piu' piccola.
La tendenza era che col tempo la scrittura corsiva veniva preferita, per il risparmio del supporto.
Come si presentavano le "pagine" dei rotoli.
La scrittura dei testi era accompagnata dai:
-Masora parva, Masora magna e Masora finalis, che erano delle annotazioni fatte sopra, sotto ed a lato del testo, e che davano informazioni sui termini rari e su le loro ricorrenze nel testo.
Scrittura dei manoscritti greci.
I caratteri della scrittura greca erano classificati come:
-Maiuscola onciale, con caratteri abbastanza grossi e di effetto estetico
-Minuscola corsiva.
Scrittura latina.
Dato che, come vedremo la Bibbia e' stata tradotta con la Vulgata, anche in latino, si presentano nei relativi cinque tipi di caratteri:
-Capitale romana, usata per iscrizioni su pietra ed atti ufficiali
-Onciale, creata per libri e scritti di lusso
-Semi-onciale, di tipo minuscolo
-Corsiva, caratteristica delle note che accompagnano i manoscritti.
-Minuscola merovingia,un tipo scrittura deformata.
Con la riforma di Carlo Magno compaiono:
-la carolina capitale, molto regolare
-la carolina minuscola, dalla forma tondeggiante.
Cosa ci rimane dei manoscritti.
Ovviamente non abbiamo gli originali degli scritti, ormai perduti nel tempo, sia perche' sono andati distrutti e perduti sia che si sono degradati.
Un altro motivo e' che dopo l'VIII sec. d.C. l'ebraico fu modificato da filologi ebrei, detti masoreti.
Infatti l'ebraico, per ridurre i caratteri alfabetici, proveniendo da una lingua di tipo sumerico, parente alla lingua ugaritica, fatta di simboli sillabici, assume di ridurre il tutto a caratteri consonantici.In questo modo, per esempio le sillabe "ba, be, bi, bo, bu" divennero solo la lettera beth o b. Quindi l'alfabeto, di estrazione fenicia non risultava piu' di 88 caratteri, bensi', di solo 22.
Per questo si puo' immaginare nel corso dei secoli le difficolta' di lettura dei traduttori della Bibbia (vedremo piu' avanti le traduzioni),ed allora questi studiosi filologicii aggiunsero dei segni al vecchio ebraico per poter leggere e distinguere finalmente le parole complete ed in chiaro significato, mediante uso di vocali.
A causa di queste modifiche i testi ebraici piu' vecchi furono distrutti o resi inutili.
Quindi non ci rimangono tante fonti dirette.
Fortunatamente dal 1947 abbiamo ottenuto con la scoperta di Qumram molti rotoli in ebraico, che riportano quasi per intero l'antico testamento, aumentando cosi' le testimonianze dirette. La cosa positiva e' che i testi, chiamiamoli premasoretici di Qumran, coincidono perfettamete con i testi masoretici dell'VIII secolo d.C. in poi. Nei testi di Qumram, le frasi sono divise da segni di interpunzione.
Questo vuol dire che le copiature nel tempo non sono state fatte con grossi errori.
Per chiarire meglio quello che verra', vorrei sottolineare che l'Antico Testamento e' stato anche tradotto nel I sec. a. C. in Alessandria di Egitto, in grecokoine', con la famosa versione dei Septuagintaa o Settanta e che il Nuovo Testamento e' stato canonizzato anch'esso in greco: questa e' un'informazione importante da considerare, per non confondersi. In piu' ci saranno tante traduzioni della Bibbia da parte di svariati mondi cristiani, scaturiti sia dall'inculturazione che dagli scismi.
Rotolo di Qumram
Al di fuori delle scoperte di Qumram rimangono i manoscritti ebraici, che si elencano, come:
- i manoscritti premasoretici,
che sono identificati dall papiro di Nash, ritrovato in Egitto nel 150 d.C., che contiene il Deuteronomio, il Pentateuco Samaritano e l'Esapla di Origene, di cui parleremo.
Il papiro di Nash.
- i manoscritti masoretici,
che sono il manoscritto C del Cairo, che contiene i profeti (895 d.C.),
manoscritto A di Aleppo, che contiene i profeti ed i Salmi (930 d.C.),
il manoscritto L di San Pietroburgo del 1095, che contiene tutto l'Antico Testamento Ebraico.
Poi ci sono i papiri greci, a forma di codici:
I
l papiro di Chester Beatty
l papiro di Chester Beatty
che risale al 125 d.C. e tratta il Vangelo di Giovanni probabilmente scritto in Asia ed e' custodito a Manchester (Inghilterra).
-papiro di Chester,
risalente al 100-150 d.C, contiene il Vangelo di Giovanni dal Cap. 1 al 14 ed in frammenti i capitoli successivi. E' conservato in parte in Svizzera ed in parte a Colonia (Germania).
-papiro di Chester Beatty II
consevato all'universita' del Michigan (USA), databile attorno al 200 d.C e contiene lettere di Paolo e la lettera agli Ebrei.
-papiro di Chester Beatty I
conservato a Vienna, del 200-250 d.C. costituito dai i Vangeli e gli Atti.
Infine ci sono le pergamene in greco, che sono:
-Codice Sinaitico,
che contiene Antico e Nuovo Testamento, presenta scrittura continua onciale e non ci sono gli spiriti ed accenti.della lingua greca.
- Codice Alessandrino,
che contiene l' Antico e Nuovo Testamento, copiato probabilmente da cinque copisti.
E' a scrittura continua onciale e non ci sono spiriti ed accenti.
- Codice Vaticano.
contiene l' Antico e Nuovo Testamento, a scrittura continua,omciale e sono stati aggiunti posteriormente spiriti ed accenti.
-Codice Cantabrigense,
contiene i Vangeli e gli Atti, ha la scriptio continua onciale , ma manca di spiriti ed accenti.
Per quanto riguarda i testi in greco, via via sono stati sostituiti con quelli a caratteriri corsivi minuscoli e per questo molti manoscritti piu' antichi sono stati eliminati e/o perduti.
BIBBIA III
I CANONI
Cosa e' il canone.
La parola canone proviene dall'ebraico "caneh", che significa canna.
La canna era un riferimento per le misurazioni spaziali lineari e quindi costituiva un campione, un riferimento ovvero una normativa.
E le normative o regole sono insite anche nella stesura ed edizione della Bibbia stessa e riguardano la nomenclatura dei libri e degli autori, ovvero non tutte le bibbie, che vedremo sono nomenclate ugualmente, ma ogni canonizzazione ha le sue caratteristiche.
Quindi, la Bibbia nell'AT e NT, rispetta certi canoni, che dipendono dal contesto etico e culturale di dove e' stata scritta, tradotta e diffusa.
E' chiaro che il nucleo fondamentale e' la Torah, da cui sono derivati altri canoni e lo stesso contenuto della Torah e' stato arricchito dagli scritti relativi all'epoca appena posteriore la morte di Gesu' Cristo, come i Vangeli, gli atti, le lettere e l'Apocalisse, anch'essi canonizzati, a secondo del tipo di chiesa che si era sviluppata.
Il canone nell'Antico Testamento.
L'Antico Testamento e' costituito inizialmente dagli scritti del Tanak, ma in epoca giudaica, tra il 70 e 135 d.C. si ha la necessita' di canonizzare questi scritti, sia per ragioni di autoidentificazione del gruppo ebraico, sia perche' le nuove influenze del primo cristianesimo e quelle della letteratura in genere aprocrifa delle correnti gnostiche, potevano oscurare il puro contenuto degli scritti propriamente ebraici.
Il canone ebraico della Tanak.
Il canone ebraico e' costituito da 39 libri, suddivisi in:
- Torah o Pentateuco
- Kevim (Profeti anteriori, posteriori, minori e maggiori e libri storici)
- Ketuvim (Gli altri scritti, come Salmi, Proverbi, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste).
Il termine Torah e' la traduzione ebraica di legge o comandamento, Kevim e' il plurale do Navi (profeta), Ketuvim (e' il participio passato del verbo scrivere, quindi gli scritti).
La struttura della Bibbia ebraica e' la seguente:
Le Fonti di questa canonizzazione si trovano nel prologo del Siracide, in cui si parla di certi libri organizzati e riordinati secondo una certa nomenclatura; in Giuseppe Flavio, nel suo scritto "Contra Arpionem 1,38-41" dove nomina 22 libri, di cui cinque di Mose', di progetti post-mosaici e letture e Canti di lode; e nel quarto libro di Ezra (Esdra), che tutti vogliono sia l' organizzatore della Tanak), Cap. XIV, 44-47.
Tutte queste fonti risalgono dal primo secolo a.C. fino a meta' secondo secolo d.C.
Canone della Bibbia greca o dei settanta.
Ad Alessandria d'Egitto intornoal secondo e primo secolo a.C. esisteva una nutrita comunita' giudaica, che vivendo in ambiente ellenistico parlava e scriveva la koine', la lingua corrente del bcino mediterraneo orientale. La koine' non era altro che il greco classico, trasformato in una lingia piu' comune e piu' popolare.
per questo, a parte la leggenda dei settantadue traduttori che tradussero la Bibbia dell'AT dall'ebraico al greco in 72 copie identiche, indipendentemente l'uno dall'altro, ci fu l'esigenza di avere la Bibbia in greco.
E la Bibbia dei Settanta aveva una sua canonizzazione, che si divideva in:
-Pentateuco
-Libri Storici
-Libri Poetici
-Libri profetici
Rispetto alla Tanak c'e' la suddivisione in libri storici e un'aggiunta di nuovo libri, detti deuterocanonici, detti cosi' perche' si aggiungono al canone classico ebraico.
Pentateuco
L'Antico Testamento e' costituito inizialmente dagli scritti del Tanak, ma in epoca giudaica, tra il 70 e 135 d.C. si ha la necessita' di canonizzare questi scritti, sia per ragioni di autoidentificazione del gruppo ebraico, sia perche' le nuove influenze del primo cristianesimo e quelle della letteratura in genere aprocrifa delle correnti gnostiche, potevano oscurare il puro contenuto degli scritti propriamente ebraici.
Il canone ebraico della Tanak.
Il canone ebraico e' costituito da 39 libri, suddivisi in:
- Torah o Pentateuco
- Kevim (Profeti anteriori, posteriori, minori e maggiori e libri storici)
- Ketuvim (Gli altri scritti, come Salmi, Proverbi, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste).
Il termine Torah e' la traduzione ebraica di legge o comandamento, Kevim e' il plurale do Navi (profeta), Ketuvim (e' il participio passato del verbo scrivere, quindi gli scritti).
La struttura della Bibbia ebraica e' la seguente:
Tôrāh
|
Berešît (Genesi)
|
Šemôt (Esodo)
|
Wayyiqrâ (Levitico)
|
Bamidbar (Numeri)
|
Haddebarîm (Deuteronomio)
|
Nebi’îm
|
Yehoshua (Giosuè)
|
Šofetîm (Giudici)
|
Shemuel (1-2 Samuele)
|
Melakhim (1-2 Re)
|
Yeshayahu (Isaia)
|
Yirmeyahu (Geremia)
|
Yehezkel (Ezechiele)
|
Dodici profeti minori: Osea, Gioele, amos, Abdia, Giona, Michea, Abacuc, Maum, Aggeo, Sofonia, Zaccaria, Malachia
|
Ketûbîm
|
Tehillîm (Salmi)
|
Iyov (Giobbe)
|
Mishle (Proverbi)
|
Rut (Rut)
|
Šîr haššîrîm (Cantico)
|
Kohelet (Qoelet)
|
’êkâ (Lamentazioni)
|
Ester (Ester)
|
Daniyel (Daniele)
|
Ezra-Nehemya (Esdra e Neemia)
|
Dibrê hayyāmîm (1-2 Cronache)
|
Le Fonti di questa canonizzazione si trovano nel prologo del Siracide, in cui si parla di certi libri organizzati e riordinati secondo una certa nomenclatura; in Giuseppe Flavio, nel suo scritto "Contra Arpionem 1,38-41" dove nomina 22 libri, di cui cinque di Mose', di progetti post-mosaici e letture e Canti di lode; e nel quarto libro di Ezra (Esdra), che tutti vogliono sia l' organizzatore della Tanak), Cap. XIV, 44-47.
Tutte queste fonti risalgono dal primo secolo a.C. fino a meta' secondo secolo d.C.
Canone della Bibbia greca o dei settanta.
Ad Alessandria d'Egitto intornoal secondo e primo secolo a.C. esisteva una nutrita comunita' giudaica, che vivendo in ambiente ellenistico parlava e scriveva la koine', la lingua corrente del bcino mediterraneo orientale. La koine' non era altro che il greco classico, trasformato in una lingia piu' comune e piu' popolare.
per questo, a parte la leggenda dei settantadue traduttori che tradussero la Bibbia dell'AT dall'ebraico al greco in 72 copie identiche, indipendentemente l'uno dall'altro, ci fu l'esigenza di avere la Bibbia in greco.
E la Bibbia dei Settanta aveva una sua canonizzazione, che si divideva in:
-Pentateuco
-Libri Storici
-Libri Poetici
-Libri profetici
Rispetto alla Tanak c'e' la suddivisione in libri storici e un'aggiunta di nuovo libri, detti deuterocanonici, detti cosi' perche' si aggiungono al canone classico ebraico.
Pentateuco
Γένεσις – Genesi
Ἔξοδος – Esodo
Λευϊτικόν – Levitico
Ἀριθμοί – Numeri
Δευτερονόμιον – Deuter.
Libri storici
Ἰησοῦς Nαυῆ – Giosuè
Κριταί – Giudici
Ῥούθ – Ruth
Βασιλειῶν Α – 1 Re (1 Sam.)
Βασιλειῶν Β – 2 Re (2 Sam.)
Βασιλειῶν Γ – 3 Re (1 Re)
Βασιλειῶν Δ – 4 Re (2 Re)
Παραλειπομένων Α – (1 Cronache)
Παραλειπομένων Β – (2 Cronache)
Ἔσδρας Α – 1 Esdra (A)
Ἔσδρας Β – 2 Esdra (B) (Esdra e Neemia)
Ἐσθήρ – Ester
Ἰουδίθ – Giuditta
Τωβίτ – Tobia
Μακκαβαίων Α – 1 Maccabei
Μακκαβαίων Β – 2 Maccabei
Μακκαβαίων Γ – 3 Maccabei
Μακκαβαίων Δ – 4 Maccabei
Libri poetici
Ψαλμοί – Salmi
ΩΔΑΙ – Odi
Παροιμίαι – Proverbi
Ἐκκλησιαστής – Qohelet
Ἆσμα Ἀσμάτων – Cantico dei Cantici
Ἰώβ – Giobbe
Σοφία Σαλoμῶντος – Sapienza
Σοφία Ἰησοῦ Σειράχ – Siracide (Ecclesiastico)
ΨΑΛΜΟΙ ΣΟΛΟΜΩΝΤΟΣ – Salmi di Salomone
Libri profetici
Dodici profeti
Ἠσαΐας – Isaia
Ἱερεμίας – Geremia
Βαρούχ – Baruch
Θρῆνοι – Lamentazioni
Επιστολή Ιερεμίου – Lettera di Geremia
Ἰεζεκιήλ – Ezechiele
ΣΩΣΑΝΝΑ – Susanna
Δανιήλ– Daniele
I libri deuterocanonici consistono in Giuditta, Tobia, Maccabei, Sapienza, Siracide, Baruc, Lettera a Geremia, Odi, Salmi di Salomone e Susanna.
Il Canone Samaritano.
Il Canone Samaritano comprende i cinque libri della Torah, piu' uno scritto di Giosue'. Esso e' stato fissato sin dal IV sec. a.C, ed e' una Bibbia scritta in ebraico con i caratteri dell'alfabeto samaritano.
Il Canone Samaritano.
Il Canone Samaritano comprende i cinque libri della Torah, piu' uno scritto di Giosue'. Esso e' stato fissato sin dal IV sec. a.C, ed e' una Bibbia scritta in ebraico con i caratteri dell'alfabeto samaritano.
Il canone nel Nuovo Testamento.
Il Nuovo Testamento in tutte le canonizzazioni e' costituito da 27 libri. I motivi, per cui e' stato canonizzato sono i seguenti:
- sono stati scelti i libri, che direttamente portano l'esperienza degli Apostoli o quelli
che seguono per Tradizione
- sono stati presi i libri che si leggevano nella Liturgia delle prime comunita' cristiane.
Questi due motivi davano fondatezza e fedelta' agli avvenimenti della predicazione e passione di Gesu' Cristo.
Si riportano di seguito i canoni completi di Antico e Nuovo Testamento delle principali chiese cristiane.
Prima vengono presentati, chiesa per chiesa i canoni dell'AT ed in fondo c'e' il canone comune dell'NT.
Il Canone delle Chiese cristiane.
Canone ortodosso. La chiesa ortodossa accoglie come canonici i libri contenuti nella versione greca della LXX. L'ordine di elencazione è parzialmente diverso da quello ebraico originale, soprattutto per alcuni dei libri profetici. È in particolare in occasione del sinodo di Gerusalemme del 1672 che le chiese greco-ortodosse hanno stabilito in maniera definitiva il canone biblico.
Πεντάτευχος (cinque astucci)
Γένεσις (Génesis)
Έξοδος (Èxodos)
Λευιτικόν (Levitikón)
Αριθμοί (Aritmòi)
Δευτερονόμιον (Deuteronòmion)
Ιστορικά (Istorikà)
Ιησούς του Ναυή (Iesús tu navé)
Κριταί (Kritài)
Ρουθ (Rùth)
Α' - Β' Σαμουήλ (1-2 Samuél)
Α' - Β' Βασιλέων (1-2 Basiléon)
Α' - Β' Χρονικών (1-2 Cronikòn)
Α' - Β' Έσδρας (1-2 Ésdras)
Νεεμίας (Neemías)
Εσθήρ (Esthér)
Ιουδίθ (Iudít)
Τωβίτ (Tobít)
Μακκαβαίων Α' (1 Makkabáion)
Μακκαβαίων Β' (2 Makkabáion)
Μακκαβαίων Γ' (3 Makkabáion)
Μακκαβαίων Δ' (4 Makkabáion)
Ποιητικά (Poietikà)
Ψαλμοί (Psalmòi)
Ωδαί (Odài)
Παροιμίαι (Paroimíai)
Εκκλησιαστής (Ekklesiastés)
Άσμα Ασμάτων (Ásma asmáton)
Ιώβ (Iòb)
Σοφία Σολομώντος (Sofía Solomóntos)
Σοφία Σειράχ (Sofía Seirách)
Ψαλμοί Σολομώντος (Psalmòi solomòntos)
Προφητικά (Profetikà)
Μικροί προφήτες (Mikròi profétes)
Μεγάλοι προφήτες (Megàloi profétes)
Ησαΐας (Esaìas)
Ιερεμίας (Ieremías)
Βαρούχ (Barúch)
θρήνοι (Thrénoi)
Επιστολή Ιερεμίου (Epistolé Ieremíou)
Ιεζεκιήλ (Iezekiél)
Σωσάννα (Sosànna)
Δανιήλ (Danièl),
Προσευχής του Αζαρία (Proseuchés tu Azarìa)
Των Τριών Παίδων Αίνεσις (Ton triòn paìdon aìnesis)
Βηλ και Δράκων (Bel kai dràkon)
Canone cattolico. La tradizione cattolica ha adottato l'ordine e la classificazione presente nella traduzione latina di Girolamo a fine IV secolo. che comprendeva i deuterocanonici.
Pentateuco
Liber Genesis
Liber Exodus
Liber Leviticus
Liber Numeri
Liber Deuteronomii
Libri storici
Liber Iosue
Liber Iudicum
Liber Ruth
Liber I-II Samuelis / I-II Regum
Liber I-II Regum / III-IV Regum
Liber I-II Paralipomenon
Liber Esdrae / I Esdrae
Liber Nehemiae / II Esdrae
Liber Thobis
Liber Iudith
Liber Esther
Liber I-II Maccabaeorum
Libri poetici e sapienziali
Liber Iob
Liber Psalmorum
Liber Proverbiorum
Liber Ecclesiastes
Canticum Canticorum
Liber Sapientiae
Liber Ecclesiasticus / Siracide
Libri profetici
Liber Isaiae
Liber Ieremiae
Lamentationes
Liber Baruch
Prophetia Ezechielis
Prophetia Danielis
Prophetia Osee
Prophetia Ioel
Prophetia Amos
Prophetia Abdiae
Prophetia Ionae
Prophetia Michaeae
Prophetia Nahum
Prophetia Habacuc, Prophetia Sophoniae
Prophetia Aggaei, Prophetia Zachariae
Prophetia Malachiae
Canone protestante. Di fatto contiene gli stessi libri della Bibbia ebraica, mantenendo però la quadripartizione.
1. Pentateuco
Genesi
Esodo
Levitico
Numeri
Deuteronomio
2. Libri storici
Giosuè
Giudici
Rut
1-2 Samuele
1-2 Re
1-2 Cronache
Esdra
Neemia
Ester
3. Libri poetici
Giobbe
Salmi
Proverbi
Qohelet
Cantico cantici
4. Libri profetici
Isaia
Geremia
Lamentazioni
Ezechiele
Daniele
Osea
Gioele
Amos
Abdia
Giona
Michea
Naum
Abacuc
Sofonia
Aggeo, Zaccaria, Malachia
Canone copto. La Bibbia copta comprende nell'Antico Testamento i testi del canone lungo della LXX e alcuni testi considerati apocrifi dalle altre confessioni cristiane (Libro dei Gibilei, Libro di Enoch).
Canone siriaco. La traduzione della Bibbia in siriaco detta Peshitta, ufficiale tra le varie chiese siriache presenti prevalentemente in medio-oriente, presenta un canone leggermente diverso. L’Antico Testamento, comprende alcuni testi considerati apocrifi dalle altre confessioni cristiane (Salmi 151-155 e II libro di Baruc).
Canone del Nuovo Testamento comune alle chiese cristiane.
Canone del Nuovo Testamento comune alle chiese cristiane.
1. Vangelo secondo Matteo
2. Vangelo secondo Marco
3. Vangelo secondo Luca
4. Vangelo secondo Giovanni
5. Atti degli Apostoli
6. Lettera ai Romani
7. I Lettera ai Corinzi
8. II Lettera ai Corinzi
9. Lettera ai Galati
10. Lettera agli Efesini
11. Lettera ai Filippesi
12. Lettera ai Colossesi
13. I Lettera ai Tessalonicesi
14. II Lettera Tessalonicesi
15. I Lettera a Timoteo
16. II Lettera a Timoteo
17. Lettera a Tito
18. Lettera a Filemone
19. Lettera agli Ebrei
20. Lettera di Giacomo
21. I Lettera di Pietro
22. II Lettera di Pietro
23. I Lettera di Giovanni
24. II Lettera di Giovanni
25. III Lettera di Giovanni
26. Lettera di Giuda
27. Apocalisse di Giovanni
Le fonti dei canoni del Nuovo Testamento.
Le fonti di questa canonizzazione sono:
- Ireneo da Lione (140 - 160 d.C.), che si basa sull'esistenza di quattro scritti, forse i Vangeli nel documento Adversus Haereses, Cap. III, 11, 8.
- Papia di Ierapoli (130 - 140 d.C), che sicuramente parla dell'esistenza dei quattro vangeli, anche se si affida di piu' alla tradizione orale (da Spiegazioni della vita del Signore).
- Marcione, con il quale nasce per la prima volta una canonizzazione del Nuovo
Testamento.
Come canone, propone il piccolo canone costituito dai libri di Luca, Romani, I-II Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, I-II Tessalonicesi, Filemone.
Le traduzioni della Bibbia.
Traduzioni antiche.
Traduzioni aramaiche.
Nei temoi successivi all'esilio babilonese, il popolo ebraico aveva come lingua corrente l'aramaico e sorse cosi' nel tempo l'esigenza di tradurre i libri in questa nuova lingua.
Tra la fine del promo secolo d.C. e l'inizio del secondo d.C.si ha la pubblicazione (targum) di tre targumin,:
Targum di Onkelos, prodotto da una scuola babilonese attorno al 60 d.C.
Targum Yonathan ben Uzziel, con Profeti anteriori e Profeti posteriori.
Targum Yerushalmi, che contiene l'intera Torah, ma ci sono anche alcune digressioni retoriche,poetiche e mistiche.
Il Targum di Onkelos
Le fonti dei canoni del Nuovo Testamento.
Le fonti di questa canonizzazione sono:
- Ireneo da Lione (140 - 160 d.C.), che si basa sull'esistenza di quattro scritti, forse i Vangeli nel documento Adversus Haereses, Cap. III, 11, 8.
- Papia di Ierapoli (130 - 140 d.C), che sicuramente parla dell'esistenza dei quattro vangeli, anche se si affida di piu' alla tradizione orale (da Spiegazioni della vita del Signore).
- Marcione, con il quale nasce per la prima volta una canonizzazione del Nuovo
Testamento.
Come canone, propone il piccolo canone costituito dai libri di Luca, Romani, I-II Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, I-II Tessalonicesi, Filemone.
LA BIBBIA IV
Traduzioni antiche.
Traduzioni aramaiche.
Nei temoi successivi all'esilio babilonese, il popolo ebraico aveva come lingua corrente l'aramaico e sorse cosi' nel tempo l'esigenza di tradurre i libri in questa nuova lingua.
Tra la fine del promo secolo d.C. e l'inizio del secondo d.C.si ha la pubblicazione (targum) di tre targumin,:
Targum di Onkelos, prodotto da una scuola babilonese attorno al 60 d.C.
Targum Yonathan ben Uzziel, con Profeti anteriori e Profeti posteriori.
Targum Yerushalmi, che contiene l'intera Torah, ma ci sono anche alcune digressioni retoriche,poetiche e mistiche.
Il Targum di Onkelos
La traduzione greca dei Settanta.
A parte della leggenda dei settantadue traduttori di cui si parla, e' noto che ad Alessandria s'erano formate nell'ambiente ellenistico comunita' giudaiche, che avevano l'esigenza di leggere la bibbia in greco.
Questa traduzione, fedele, fu eseguita in due fasi: dapprima fu tradotto il solo Pentateuco, in seguito il resto.
Ma la Settanta comprende anche libri deuterocanonici ed altri fuori dal canone ebraico.
La Bibbia dei Settanta (Papiro Oxyrhynco).
La differenza tra la Tanak e la Settanta e' che questa contiene appunto dei libri, chiamati Deuterocanonici, cosi' considerati dalle tradizioni cattolica ed ortodossa, che sono Tobia, Giuditta, 1-2 Maccabei, Sapienza, Ecclesiatico ovvero Siracide, Baruc + lettera di Geremia, supplementi greci di Ester e di Daniele.
In piu' ci sono anche i libri non canonici o apocrifi o pseudoepigrafici, come 1 e 4 di Esdra, 3 e 4 di Maccabei, Odi, Salmi di Salomone, Samlo 151.
Revisioni cristiane dei della Settanta.
Le revisione sono fatte sul testo ebraico e le principali sono tre:
Teodozione.
E' una traduzione del tipo ebraizzante, con tentativo di armonizzazione col testo ebrico.
Aquila.
E' una revisione strettamente letterale sul testo ebraico.Fu la piu' utilizzata.
Simmaco.
Produce una revisione letterale, ma abbastanza elegante nella lingua greca.
La Vetus latina.
Tutte le traduzioni latine anteriori alla Vulgata (che sara' la traduzione latina di San Girolamo) sono comprese nella Vetus latina, che e' una raccolta di lavori in questo senso.
Ma la lingua era piuttosto un idioma di tipo vernacolare e non aveva la raffinatezza di una vera lingua letteraria. Rappresentanti maggiori Tertulliano e Cipriano di Cartagine.
La Vulgata di S. Girolamo.
Proprio per i motivi appena detti S. Girolamo (IV sec. d.C.) fu incaricato di rifare una traduzione latina della Bibbia. Dapprima provo' a tradurre la Genesi dalla Vetus, ma in un secondo momento comincio' a lavorare direttamente dai testi ebraici., in modo da conservare il piu' possibile l'"Ebraica Veritas".
La Vulgata si espande soprattutto in Occodente e viene diffusa nel Medioevo attraverso l'invenzione della stampa di Gutenberg (1454), finche' non viene approvata ufficialmente nel Concilio di Trento.
Subito dopo, con l'intento di preparare revisioni critiche della Vulgata, nascono la Vulgata Sistina e la Vulgata Clementina, che divenne la Vulgata cattolica ufficiale.
Esiste ai giorni d'oggi, in latino, anche una Neovulgaata, promossa da Paolo VI e promulgata da Giovanni Paolo II, con la Costituzione <apostolica Scripturarum Thesaurus, 25 aprile 1979.
Bibbia di Gutenberg.
La Vulgata Clementina.
Altre traduzioni cristiane.
Traduzioni siriache.
Esiste il Diatessaron, che e' una traduzione dei quattro Vangeli, di Taziano nel 165-170.
Poi la Bibbia siriaca ancora ufficialmente adottata, che e' la Pescitta o Vulgata siriaca, di autori giudei e cristiani, in epoche diverse.
Un estratto della Pescitta syriaca.
Traduzioni copte.
Ci sono quattro versioni, corrispondenti ai quattro dialetti: sahidica, bohairica, faiunica, alchimimica.
La bohairica e' quella attualmente usata nella liturgia copta odierna. La traduzione del Primo Testamento fu eseguita sulla versione dei LXX.
Traduzione armena.
Fu eseguita su traduzione di testi originali greco e siriaco. Essa e' attribuita al patriarca Isacco il grande (390-440), che per scriverla invento l'alfabeto armeno.
Traduzioni georgiane.
Le prime versioni denotano una dipendenza armena, poi queste furono poi sottoposte a revisioni dei monaci georgiani del Monte Athos, assieme ad ulteriori stesure, completando l'intera Bibbia.
Traduzione etiopica o ge'ez.
Fu realizzata dal greco in lingua ge'ez (etiopico) e offre un canone ampio come 1 Enoc, Giubilei, 4 Esdra,.
La prima edizione fu curata dalla missione italiana Asmara (1922-1926).
Traduzione gotica.
Risale a Wulfila, il vescovo ariano dei Visigoti, cui e' anche attribuita la paternita' della scrittura gotica e deriva dal riferimento dei LXX.
Per l'antico testamento, ci rimangono solo frammenti di Neemia, mentre per il Nuovo, possediamo il Codice Argenteus, con manoscritti bilingui. Queste parti sono influenzate anche dalla Vetus Latina.
Traduzione paleoslava o slavonica.
E' scritta in caratteri giacolitici o cirillici e risale a scritti liturgici elaborati da Cirillo e Metodio.
Per il Vecchio Testamento fu realizzato il Salterio, mentre per il Nuovo i testi del Lezionario, cui furono aggiunte parti relative al Pentateuco, Giobbe, Proverbi, Qoelet.
L'edizione completa fu realizzata per ordine di Gennadio, metropolita di Novgorod e si utilizzarono testi della Vetus Latina, non essendo piu' disponibili versioni greche.
La prima edizione fu stampata nel 1581, mentre la revisione principale fu ordinata da Pietro il Grande, lavorando soprattutto sull'Antico Testamento, verso il 1750-1760.
Bibbia Ge'ez o etiopica.
Bibbia paleoslava o slavonica.
Codex Argenteus.
Traduzioni moderne.
Esistono:
- traduzioni inglesi,
come la Tydale's, la Coverdale, la Great Bible e la Geneva , tutte della meta' del '500, la Douai- Reims del 1610 e la King James dello stesso periodo.
-traduzioni francesi,
come la Bible de Olivetan, de Geneve di meta' e fine '500, de Port Royal del 1667-1693, de David Martin fino a meta' '700 e la Segond del 1865,.
-traduzioni tedesche,
come la Luther Bibel di Martin Lutero di meta '500, presa dai testi ebraici e non dalla Vulgata come tante altre precedentemente nominate.
- traduzioni italiane,
come la Malermi del 1471, la Brucioli fino al 1559 e poi messa all'indice, la Diodati del 1641, la Martini del 1769.
-traduzioni poliglotte,
come la Complutense in greco, latino, ebraico, aramaico (Onkeos), le poliglotte di Anversa, Parigi, Londra.
Copertina della Great Bible.
Luther Bible
Bibbia Complutense
Cenni sulle edizioni critiche della Bibbia.
Dato che molte volte sono esistite ed esistono molte versioni diversificate della Bibbia, per questo motivo vengono edite delle versioni critiche, che risultano dal confronto di testi diversi.
Il testo della versione critica ingloba i brani piu' probabili o piu' accertati, i quali sono accompagnati da note critiche, che possono mettere in risalto eventuali differenze in altri testi.
Le versioni critiche moderne piu' accreditate per la Bibbia ebraica (AT) si basano sul Codice di Aleppo, di Leningrado e del Cairo.
Le Bibbie ebraiche critiche del passato piu' importanti sono la Complutense e la Seconda Bibbia Rabbinica.
Per il XX e XXI secolo si hanno la Bibbia Kittel, la Stuttgardensia, la Oxford e la Quinta.
Per l'NT abbiamo la Bibbia di Erasmo da Rotterdam e lo Stephanus di Robert Estienne.
Anche nel '600,'700, '800 e '900, ci sono varie edizioni, che non elenchiamo e si possono ricercare benissimo sulla rete.
In epoca moderna abbiamo il Novum Testamentum Graece, The Greek New Testament, Novum Testamentum Graece et Latinae.
Bibbia Hebraica Stuttgardensis
Bibbia Hebraica Kittel
L'autore, Carlizza Paolo, dopo aver seguito un corso di studi tecnico, laureandosi in ingegneria elettronica alla Sapienza di Roma nel 1983, ad un certo punto della sua vita ha deciso di approfondire gli aspetti della Fede Cristiana, anche in rapporto alle altre professioni religiose di questa terra e per questo e' riuscito a conseguire, con una buona abnegazione, la laurea in Liturgia Pastorale, nel 2009, presso i monaci benedettini dell'Istituto di S. Anselmo sull'Aventino a Roma e successivamente nel giugno 2012 la laurea in teologia e scienze religiose per laici, presso l'Istituto Lateranense sempre a Roma, con votazioni massime in entrambi i casi.
La sua grande passione e' lo studio approfondito dell'Antico Testamento, dal punto di vista storico, archeologico ed, esegetico, non disdegnando pero' di tralasciare aspetti fondamentali della Fede del Nuovo Testamento, specialmente le lettere Paoline ed Atti.
In ultimo, sta imparando, purtroppo tardi, le lingue del graco antico e dell'ebraico masoretico, per riconoscere nei testi originali del Vecchio e Nuovo Testamento lo spirito degli autori.
Quest'ultima parte andrebbe di gran lunga sviluppata, perche' nascono tante considerazioni da fare, perche' sugli scritti e' impresso i carattere semitico degli scrittori, per le parti antiche
e quello ellenistico per le nuove.
Per dirne una, tanto per parlare dei Vangeli, questi vengono da traduzioni nella lingua ellenistica "koine''" dalla lingua semitica dell'ebraico ed un poco forse dall'aramaico e quindi si puo' immaginare quanto possano essere diverse nello spirito originale e traduzione, perche' ogni lingua, oltre ad avere i suoi modi di esprimersi, riflette anche la mentalita' di chi scrive.
Ma questo e' un altro discorso e speriamo di trovare tempo e luogo per affrontarlo.
Interessante. Grazie.
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