martedì 9 ottobre 2012




GLI SCRITTI APOCRIFI.



 

Generalita'.

La tradizione ebraica, per quanto riguarda il tramandare il suo rapporto con la divinita’ nel corso della storia e’ stata inizialmente essenzialmente orale, dove si tramandvano di generazioni, in generazione soprattutto le prescrizioni ed i comandi per la religione, il culto, i riti, i comportamenti, le preghiere e la vita quotidiana, in generale.

Questo significa che nel popolo d’Israele era prassi di vita, soprattutto il senso dell’ascolto, come si vede in Dt 6,4, nei versi in cui compare il comando divino “Shema’ Yisra’el”.
Compare nella vita umana la parola (dabar), che e’ misteriosa e nascosta e tutta da interpretare, che scuturendo da Dio, orienta i credenti verso la Rivelazione.
Insomma, e’ sempre Dio che parla e si rivela, mentre il popolo e’ teso all’ascolto, che diventa condizione di salvezza.
La parola e’ in Abramo, Mose’, i profeti per quanto riguarda l’Antico testamento ed e’ una parola che va sempre ascoltata: e’ la parola di un Dio misericordioso che sta accanto all’uomo e lo vuole salvare a qualunque costo.
I rapporti cambieranno nel Nuovo Testamento, dove la Rivelazione si manifesta in modo piu’ chiaro ed aperto, e la parola da ascoltare e’ il messaggio di un Dio, che non bisogna piu’ guardare verso l’alto dei cieli (trascendenza assoluta), e’ quello di un Dio che si abbassa, scendendo sulla terra, manifestando anche un carattere d’immanenza economica.
Si potrebbe pensare che tra l’Antico Testamento ed il Nuovo, ci sia un gran vuoto, non ci sia niente, ma non e’ vero niente di cio’.
L’esilio in Babilonia, dopo la distruzione del tempio, dopo un periodo di crisi e frammentazione del popolo ebraico, riporta gli ebrei a desiderare nuovamente una compattezza religiosa e politca, un cui si riorganizza la religione stessa, i culti e il patrimonio della’Antico Testamento, diventa una legge per riorganizzare la vita sociale, quali la Torah, i Profeti ed altri scritti (Sapienziali, Salmi,ed altro).
La Bibbia viene fissata ufficialmente su supporto scritto e cominciano a crearsi le prime traduzioni (specialmente dall’ebraico all’aramaico, quando il popolo ebraico uscito dalla schiavitu’ mesopotamica, aveva cominciato a parlare l’aramaico e quindi nelle Sinagoghe, dove vigeva il nuovo culto giudaico era necessario far capire le scritture alla gente che officiava ai culti, poiche’ la Torah, i Profeti ed altro erano scritti in ebraico.
Gia nel II sec. A.C., si comincia ad avere l’esigenza di estendere i contenuti della Bibbia stessa, ritenuta un po’ povera e scarna e compaiono nuovi libri.
Ma anche la cultura ellenistica che stava predominando sul Medio Oriente dal II sec. a.C., fa si che la lingua nel bacino mediterraneo diventi una lingua comune, la koine’, ovvero il greco corrente, per cui necessitano per le comunita’ ebraiche, sia in Palestina, che un po’ disperse nel mondo conosciuto, per esempio, in Egitto ed ad Alessandria, in particolare, traduzioni della Bibbia in greco, come lo e’stato per la Bibbia dei Settanta. Ma questa Bibbia non e’ solo una traduzione della Tanak (Torah, Nevim e Ketuvim), relativa agli scritti ebraici, ma contiene dei libri in piu’ detti Deuterocanonici, che non sono altro che estensioni della Bibbia primitiva, nel senso esplicitato poc’anzi.
C’e’ anche chi si scusa per la traduzione in greco dei libri sacri, come quello del Siracide, che dice che un particolare testo, nelle diverse lingue, ebraico e greco, hanno aspetti, significati ed ed alcuni libri sono scritti in greco direttamente, come Ester e Daniele, per la Bibbia ebraica, e Sapienza negli stessi Deuterocanonici.
Fiorisce cosi’ una letteratura, chiamiamola di complemento agli stessi libri biblici, dove eventi, significati, altre teologie e teorie hanno buoni diffusione, ricettivita’, accoglienza e consensi.

Le nuove letterature prodotte in greco e parte in ebraico sono:
 
gli Apocrifi dell’AT (o Pseudoepigrafi).
 
gli scritti di Qumram (ci sono molti brani al di fuori della Tanak ebraica).
 
le grandi opere di autore, come Filone di Alessandria e Flavio Giuseppe, detto Josephus.
 
I Targumin, utilizzati in Sinagoga.

Questi scritti sono nominati anche in vari altri modi:

letteratura ebraica antica, dei periodi dopo Babilonia, ellenistico, fino a Roma.
 
scritti posteriori alla distruzione del secondo tempio, ma anche di un secolo e piu’.
 
letteratura intertestamentaria, dove alcuni scritti precedono la chiusa dell’AT ed altri superano l’NT.
 
Scritti giudaici e cristiani all’epoca dell’NT.



C’e’ in ultimo da aggiungere a queste premesse che i libri apocrifi, nel vero senso della parola, vengono molto influenzati da filosofie e modi di pensare, propriamente orientali, come quello persiano e mesopotamico, oltre dal patrimonio greco, che dara’ origini a correnti gnostiche, che saranno protagoniste, anche agli inzi del primo millennio, con lo scenario molto controverso delle eresie trinitarie e cristologiche.
Ora vengono esaminati i contenuti delle nuove produzioni letterarie in graco e in ebraico, elencati nel primo degli ultimi due elenchi.

Gli Aprocrifi dell’Antico Testamento.


Sulla spinta della riedizione della Torah e dei libri profetici, si cerca di produrre opere di estensione e completamento della Bibbia esistente.
Questi libri, a rigore, non erano al momento aprocrifi, in quanto non e’ stata definita ancora
una canonizzazione ufficiale.
Per la gran quantita’ di scritti questa produzione e’ definita un Terzo Testamento. Molti libri ci sono pervenuti tradotti in alcune lingue diverse e il piu’ delle volte sono stati miracolosamente ritrovati.

Gli scritti di Qumram.


La storia ormai la sappiamo tutti: nell’anno 1947, in una prima grotta, da un pastorello alla ricerca dell’agnello perduto, ritrova per caso dei rotoli, giunti dall’epoca degli Esseni, che si erano stabiliti qui, per vivere un percorso religioso, di intensa spiritualita’.
Il lavoro di ricostruzione dei papiri, ritrovati in piu’ di una grotta, oltre alla prima, e’ costato anni di pazienza e sacrificio ed addirittura per il materiale della grotta IV, c’e’ stata una ricostruzione completa di tutto il materiale, fatto di 15000 pezzi,che era completamente frammentato, riuscendo a ricostruire tutti i 600 libri, che li componevano.
Per accelerare gli studi e anche per facilitatrli, durante la 1a Guerra del Golfo, Israele ha messo a disposizioni agli studiosi tutti i microfilm, che erano stati fotografati.
Tra i rotoli hanno ritrovato degli scritti della Tanak, compreso il famoso rotolo di Isaia ed il codice di Aleppo, datato intorno al 100-200 d.C., ma sono state repirite anche pubblicazione “apocrife” come un commentario esegetico Abacuc, una Genesi apocrifa, regole di comunita’, uno scritto in tono apocalittico “Rotolo della Guerra”.
Gli esseni erano convinti di essere stati predestinati da Dio in un giusto e definitivo cammino, poiche’ il tempo era, secondo loro, vicino, e per questo conducevano una vita ascetica, con pratiche di piruficazione, molti momenti di preghiera e intensi studi biblici.
Sono state ritrovate in loco, dove vivevano, sul Mar Morto, cisterne per le abluzioni acquatiche, cyui davano una grandissima importanza.
Il loro capo era “il Maestro di Giustizia”, che interpretava la Bibbia e trasmetteva le sue interpretazioni agli adepti.
Alla fine, gli Esseni scompaiono, coinvolti nella repressione romana del I e II secolo d.C. e al loro posto s’insinua un movimento, che parte da Gerusalemme, di matrice giudaica rabbinica, sostenuta dal mondo farisaico.
Per particolari piu’ ampi ci si puo’ rapportare al riferimento n. 2, posto sotto in calce.
 

Filone di Alessandria.

Filone riflette l’incrocio tra le due culture ebraica ed ellenistica e la sua opera e’ volta all’esegesi di grandi personali biblici, tra cui primeggia Abramo.
In Abramo ed i Patriarchi scopre che la legge era gia’ vigente, prima della consegna delle tavole da Dio, in quanto erano appunto leggi “viventi” e non scritte.
Molto importanti sono le sue discussioni sul sabato, in cui la comunita’ giudaica s’impegna nel culto e nel sociale, per ribadire la sua identita’ religiosa. L’ambiente della Sinagoga viene citato spesso, perche’ li’ e’ letta e commentata la Bibbia. Nello stesso tempo nei suoi scritti compare una pronunciata esaltazione anche dei patriarchi, che riflettono modelli di virtu’. Si parla anche di Enosh, che rappresenta la speranza e di Enoch, la penitenza.
Ma Filone si sofferma soprattutto si Abramo, che nel suo cammino, dalla Mesopotamia, UR fino alla terra promessa, percorre un itinerario completo di Fede e di fiducia completa nel Padre.
Abramo eredita tutte le ricchezze spirituali da Dio, ma le dovra’ cedere, perche’ appartengono solo a Dio stesso e non a lui. E’ arrivato ad un punto di sapienza e conapevolezza, in cui c’e’ stato il compimento della sua missione. Per questo non deve gioire, perche’ la gioia appartiene solo a Dio ed e’ questa la mativazione del Sacrificio di Isacco.

Flavio Giuseppe o Josephus.
Questo autore di origine ebraica vive nel periodo di rivolta degli Ebrei contro Roma e rappresentativi sono i suoi due libri sulle guerre giudaiche.
Infine viene a Roma e s’ingrazia l’imperatore Vespasiano, prevendendogli, che diventera’ sicuramente un Augusto e per questo si salva dalla schiavitu’ e da una probabile morte.
Nei suoi scritti vede la Torah, come un mezzo efficace di educazione pubblica e privata.
Nei suoi scritti Flavio cerca di rimettere il popolo ebraico ad un posto di onore, dopo che era stato visto come ribelle, per le note vicende con gli Zeloti.
Molto bello, da leggere (vedi rif. 2), il brano sul sacrificio di Isacco.

I Targumin.

Essendoci l’essenza in Sinagoga, per gli ebrei, che ormai conoscevano e parlavano l’aramaico, i targumin sono traduzioni della Tanak, dall’ebraico all’aramaico, che, in un primo momento venivano fatte oralmente, perche’ era proibito scriverle, per non creare confusione tra le due lingue entro la Sinagoga.
Alcuni targumin sono stati ritrovatii a Qumram (giobbe e Levitico), confermando che queste traduzuioni erano gia’ piu’ antiche di quanto non si pensasse.
I targumin erano propri dell’ambiente sinagogale, si armonizzavano con le pratiche liturgiche ed i riti: tipico e’ il tsto del sacrificio di Isacco dove queste scritture diventavano un vero e proprio Midrash biblico, stimolando la ricerca interiore.

(continua)

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Bibliografia.



1. Il Mondo della Bibbia,N. 108, giugno-agosto 2011, Rafael Vincent, ed. Elledici, TO.
2. Il Mondo della Bibbia,N. 109, agosto-ottobre 2011, Rafael Vincent, ed. Elledici, TO.

3 .Pier Luigi Guiducci-Andrea M. Erba, La Chiesa nella storia: duemila anni di cristianesimo, vol. 1, ed. ed. Leumann 2003.

4. Rosario Chiarazzo. Appunti e Slide delle lezioni di Scritture 1e 2- Corso di Telogia per Laici, Universita’ Lateranense – Roma. Anno 2011-2012.

5. Gianni Cappelletto, In cammino con Israele. Introduzione all’Antico Testamento.Vol. 1.

6. Gianni Cappelletto, Marcello Milani, In ascolto dei profeti e dei sapienti. Introduzione all’Antico Testamento. Vol. 2.